==Qualche Consiglio==

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giovedì 29 marzo 2012

I lombardi: diventiamo svizzeri. Ma Lugano dice no."Siete falliti"

Fonte: www.affaritaliani.libero.it


svizzera lombardia
"Ci sono delle province lombarde vicine a noi con cui si può ragionare su una maggiore integrazione penso alla Valtellina, Como, Varese e Lecco. Insomma potremmo spostare il confine della Svizzera un po' più a Sud ma tutta la Lombardia è esagerato. E Milano la lasciamo molto volentieri a Roma". Giuliano Bignasca, leader della Lega dei Ticinesi (partito autonomista della Svizzera Italiana), sceglie Affaritaliani.it per stoppare l'ipotesi che la confederazione elvetica annetta la Lombardia. "Non ci sono i presupposti finanziari, economici né di sicurezza". Poi l'affondo: "L'Italia è fallita e visto che la Lombardia è un sesto dell'Italia, figuriamoci se ci prendiamo tutti questi debiti. Al limite si può pensare a una maggiore integrazione con le province confinanti. Gli italiani non hanno neanche le lacrime per piangere e poi vengono in Ticino per lavorare. Non dico che ci rubano il lavoro, almeno non più di tanto ma prima o poi esploderà il problema dei frontalieri".
LA PETIZIONE - Si infiamma il dibattitto sull'annessione della Lombardia alla Svizzera. Dopo la proposta del ministro della difesa della confederazione elvetica, Ueli Maurer: "Annettere la Lombardia per noi non sarebbe un problema", è partita una petizione su internet sul sito Petizionionline.it.
Boom di firme. In un giorno sono passate da 2700 a oltre 6mila. Ma l'obiettivo è raggiungere le 500mila. Ecco  il testo della petizione:
"Cogliamo questa occasione! La Lombardia diventerebbe il 27esimo cantone svizzero (otterrebbe, cioè, una maggior indipendenza), pagherebbe meno tasse, entrerebbe a far parte di un Paese efficientissimo e all'avanguardia, neutrale, estraneo all'influenza negativa dell'Unione Europea e degli Stati Uniti; passeremmo al franco svizzero, con una diminuzione dei tassi d'inflazione, pagheremmo un minor pedaggio autostradale; e soprattutto continueremmo a parlare italiano, mantenendo dunque le nostre tradizioni. Lombardi, firmiamo questa petizione, raggiungiamo 500.000 firme e otteniamo dal Governo un referendum per la richiesta dell’indipendenza!".
LA SVIZZERA: UNIAMOCI ALLA LOMBARDIA/ "Annettere la Lombardia per noi non sarebbe un problema. Stiamo facendo discorsi analoghi con Baviera e Baden-Württemberg". La proposta arriva direttamente dal ministro della difesa della confederazione elvetica, Ueli Maurer. "La Lombardia rappresenta circa il 90% del totale di tutti gli scambi commerciali con il nostro paese" aggiunge Maurer, e per questo motivo "Preferiremmo avere rapporti con Milano che con Roma o Bruxelles".
LA LEGA ESULTA/ "Magari", commenta il leader della Lega milanese, Matteo Salvini con Affaritaliani.it. E rincara: "Abbiamo più comunanza economica, culturale e sociale con la Svizzera che non con le altre Regioni d'Italia. Nel futuro del Nord c'è l'Europa. La crisi si fa sentire e non abbiamo più voglia di mantenere un carrozzone da ormai 150 anni".
Secessione? "Ma anche un'Europa delle Regioni, l'autonomia fiscale del Nord. Ma sicuramente il dato che la Lombardia e il Veneto ogni anno mandano a Roma 50 miliardi di euro in più rispetto a quanto ricevono indietro in un momento di crisi non è più sostenibile per i nostri lavoratori. Troppi biglietti per il mantenimento della burocrazia italiana".

Se la Lombardia diventasse il 27esimo cantone si risolverebbero in un colpo solo tutti i problemi legati ai frontalieri, ai controlli doganali, alla mancanza di reciprocità e alle black list sugli evasori fiscali. Non è la prima volta che si parla di una Lombardia Svizzera. Tempo fa Giuliano Bignasca, leader della lega dei Ticinesi, consigliava ai cugini padani di abbandonare la nave Italia, minacciata dall'insidia del fallimento.

martedì 27 marzo 2012

PELLICCE DI CANI E GATTI

fonte: http://www.enpa.sv.it/pelliccecani.htm

Questa e' una mail che sta circolando tra gli animalisti e racconta una terribile verita', cani e gatti usati per bordare guanti, cappotti, cappucci di giacche. A testimoniare l'orrore ci sono le foto, terribili , inumane.
Clicca sulla foto per vedere cosa ci puo' essere dietro un'innocuo bordo di pelliccia:

(non consigliamo la visione a persone particolarmente sensibili)


CRUDELTA' ALL'ORIGINE


Ci sono state sporadiche segnalazioni riguardo uccisioni di cani e gatti per l'uso della loro pelliccia in diversi paesi, incluso la Mongolia, Corea, Australia e l'inghilterra. Questa investigazione e' concentrata in Cina, paese considerato come grande risorsa di pellicce di cani e gatti, e inoltre, paese chiave negli affari del commercio di pelli. Paese dove siamo riusciti a sviluppare contatti e connessioni che ci hanno permesso l'accesso ad alcuni dei nostri sotto forma di "agenti segreti". Gli investigatori hanno visitato industrie statali di "prodotti animali" in Beijing e nelle province di Hebei, Heilongjiang, e Henan per scoprire informazioni dettagliate sulla produzione e il commercio di pellicce di cani e gatti.
La Cina ha anche un fiorente commercio in carne di cane; la carne di gatto, secondo i rapporti, pare sia mangiata solo a Canton. Abbiamo scoperto che i cani e i gatti sono generalmente cresciuti in allevamenti, specificamente nella Cina del nord dove il clima freddo mantiene la qualita' e lo spessore della pelle dell'animale. Gli animali sono esposti a temperature bassissime. A partire da 5 fino a 300 cani devono essere tenuti in "magazzino" (orrende gabbie) nelle aziende di cani, e in quelle di gatti ne tengo fino a 70. Molte volte cani e gatti non provengono neanche dagli appositi allevamenti. Una famiglia cinese puo' semplicemente tenere qualche cane e gatto, e in inverno, quando la stagione del macello comincia, la famiglia uccide gli animali e porta le pelli al mercato. Molti villaggi hanno mercatini che servono come punti di collezione di pelli di cani e gatti uccisi localmente.

CANI
Gli investigatori hanno visitato un allevamento di cani a nord della citta' di Harbin. Hanno documentato la presenza di cani vivi in stanze ghiacciate dal freddo dell'inverno, circondati da cani morti appesi a ganci. I cani erano destinati ad essere venduti e mangiati a Harbin e il pelo venduto al commercio delle pelli. I cani venivano chiusi in un sacco e trasportati con una macchina al macello, in un viaggio di diverse ore. Gli investigatori hanno inoltre scoperto che i macellai di quella zona uccidono dai 10 ai 12 cani al giorno, vendendo la loro carne e pelle. (Non e' indispensabile aspettare che il cane sia morto per iniziare a squoiarlo, basta tramortirlo.)

L'EFFETTO SUI CONSUMATORI AMERICANI
E' molto difficile, se non impossibile sapere se le pelli di cani e gatti arrivano negli Stati Uniti. Gli investigatori hanno trovato in alcuni negozi giacche con l'etichetta "Mongolia dog fur", mentre altri indumenti, anche se senza etichetta, sembrano decisamente provenienti da questi poveri animali. E' impossibile identificare tutti i materiali con lavorazione in pelle che entrano negli Stati Uniti. Ogni anno milioni di pelli di animali vengono importate negli Stati Uniti e in Europa da paesi di tutto il mondo, compreso la Cina e altri paesi asiatici. Le statistiche sull'import e l'export delle pelli sono tenute dal Dipartimento del Commercio Statunitense, ma non tutte le pelli vengono categorizzate.Una grande parte di pelli vengono raggruppate insieme e messe sotto una categoria NESOI (Not elswhere specified or Otherwise Indicated - Non specificato o indicato da nessuna parte).
Questa categoria include pelli di animali che non sono specificamente definite dall'ufficio del Commercio, la legge federale in questo momento NON proibisce l'importazione di pelli di cani e gatti negli Stati Uniti. (anche la legge italiana non impedisce l'importazione di pellicce di cani e gatti)!!!

Gli investigatori hanno scoperto che molte compagnie e anche individui coinvolti nel mercato di queste pelli, cercano di usare nomi molto ambigui da mettere sulle etichette, in modo da deviare la verita' sull'origine delle pelli. Nel 1998 un ammendamento ha informato il commercio di pelli che, materiali che costano meno di 150$ sono esenti dall'avere un'etichetta. Nel 1994 la ditta Tecnica USA, affiliata alla Tecnica S.P.A. in ITALIA, ha pagato una multa e fermato le importazioni di stivali con il bordo di pelo (pelo di cane). Gli animalisti hanno protestato dopo avere scoperto che i doposci avevano un'etichetta che diceva: "Trim: chinese dog fur". Questi prodotti erano venduti in 600 negozi. Le compagnie rappresentative in New Hampshire sostenevano che fosse "coyote a pelo lungo", ma pochi animali selvaggi abitano l'Asia, e i coyote esistono
solo nel nord e sud America. Purtroppo, ci saranno altre compagnie come la Tecnica ancora tutte da scoprire.

Questo dovrebbe essere sufficiente per convincere le persone a non acquistare materiali con pelo, pelle, ecc. Ci sono altrettanti milioni di persone che adorano gli animali, e se solo ognuno di noi pensasse all'orrore nel quale questi cani e gatti sono sottoposti, basterebbe a fermare la gente dall'acquistare materiali di questo genere. Eccovi una lista di nomi che si trovano sulle etichette di queste pellicce o anche indumenti che possano destare sospetto:

PELO DI CANE si puo' trovare scritto in questo modo sulle etichette:
- Gae Wolf
- Sobaki
- Asian jackal
- Gou - pee
- Goupee
- Kou pi
- Gubi
- China wolf
- Asian wolf
- Pommern wolf
- Loup d'Asie
- Asiatic racoon dog
- Corsac fox
- Dogues du Chine

La pelliccia di cane puo' inoltre essere dichiarata come:
- Special skin (pelle speciale)
- Lamb skin (pelle d'agnello)
- Mountain goat skin (pelle di capra di montagna)
- Sakhon Nakhon Lamb skin (altro tipo di pelle di agnello)

PELLE DI GATTO si puo' trovare scritto in questo modo sulle etichette:

- Housecat
- Wild Cat
- Katzenfelle
- Goyangi
- Mountain cat

MA MOLTO SPESSO L'ETICHETTA NON C'E' PROPRIO!!!!!

Le pellicce di cani e gatti vengono usate per confezionare pellicce intere a basso costo, ma molto piu' spesso per orlare polsini, cappucci di giubbotti, colletti, guanti, scarpe...
Per fermare questo orrore non comprate nulla che abbia del pelo NON sintetico.

venerdì 9 marzo 2012

L'asteroide 2012 DA14 potrebbe colpire la Terra

Venerdì, 9 marzo 2012 - 08:04:00
asteroidi 1
Allarme degli scienziati americani. Secondo gli studi, l'asteroide 2012 DA14, il più grande mai osservato finora, dovrebbe passare a 27mila chilometri dalla Terra il 15 febbraio 2013.
Secondo l'osservatorio della Nasa, le probabilità che 2012 DA14 colpisca la Terra sono una su 4.550. Il che non garantisce che non arriverà. E bisogna anche considerare che il percorso orbitale dell'asteroide potrebbe variare e, quindi, dirigersi verso il nostro pianeta oppure allontanarsene definitivamente.
2012 DA14 ha un diametro di 45 metri. Ma gli osservatori della Nasa e altri scienziati non sembrano d'accordo tra loro. Alcuni sono molto allarmisti, altri più sono più moderati nelle loro previsioni.

venerdì 27 gennaio 2012

MI FA SCHIFO!! CELENTANO A SANREMO PER 300.000 EURO A PUNTATA !!!!!!

Ho avuto modo di seguire un po la TV questo periodo e... la situazione non è tanto allegra...! Tutto chiude, le persone disperate nelle piazze, sono stremate... siamo stremati!!!! La RAI continua, ad ogni TG, in ultima notizia, a ricordarci che dobbiamo pagare ben 112 Euro quest'anno per il Canone TV! In tutto questo, sempre  la RAI,  ha deciso che, pur di avere CELENTANO a Sanremo , sborserà ( dovremo sborsare noi cittadini) ben 300.000 euro a puntata!!! Qualcuno vi ha chiesto qualcosa???? Perchè non ci diminuiscono il Canone e lasciano Celentano a Casa.......???? BASTAAAAAAAA....

martedì 24 gennaio 2012

Perseverare ... è diabolico, ma a volte............!!

Volevo mostrarvi un video che probabilmente gia conoscete... ma che ripresentare non fa male...:-)!! la speranza è l'ultima a morire? la sfiga è immortale?? be... forse non sempre !!! Guardate che succede a Willy il Coyote...

domenica 22 gennaio 2012

Schettino contro la Costa: "L'inchino era voluto da loro Scatola nera rotta da giorni"


Fonte: www.ilgiornale.it
Artocolo di di  

L'inchino della Concordia? Altro che un caso isolato. Piuttosto un'usanza, quasi una tradizione, ripetuta un po' ovunque, da "Capri, a Sorrento, in tutto il mondo". Una tradizione che, nonostante quello che dice la compagnia, era ben nota, tollerata, ma c'è di più.
  Il relitto della Costa Concordia
Il relitto della Costa Concordia
Dalle 135 pagine di trascrizione dell'interrogatorio del comandante Francesco Schettino emerge un'altra versione dei fatti. Che non contraddice nulla di quanto acclarato sulla dinamica dell'incidente, ma potrebbe spostare l'ago della bilancia delle responsabilità.
Schettino non ci sta a prendersi tutta la responsabilità di quanto accaduto al Giglio e agli inquirenti racconta tutto. Racconta che "inchinarsi" con la nave, portarsi sotto costa, per regalare uno spettacolo difficilmente dimenticabile, è comune, quasi scontato.
Gli inchini accadono in tutto il mondo. Quello del Giglio non è stato quindi un tentativo di fare qualcosa di irripetibile, ma un singolo evento in una lunga catena di bravate simili, tollerate, ma comunque non permesse, o "lecite".
Fare l'inchino dunque è usanza comune. Tanto che una manovra rischiosa si è trasformata col tempo in una sorta di sport competitivo, in una sfida tra comandanti all'avvicinamento più ardito. Schettino - racconta lui stesso - è in competizione col comandante Garbarino, collega al timone della Costa Luminosa, che via mail lo aggiorna su ogni sua nuova prodezza E allora l'inchino al Giglio doveva essere non solo un omaggio ai gigliesi, o al commodoro Palombo, ma anche una risposta allo sfidante.
Costa - dice Schettino - sapeva tutto. Sapeva che avrebbe fatto la riverenza all'isola. Anzi, secondo il capitano, sarebbe stata proprio la Costa a pianificare la manovra, poco prima della partenza da Civitavecchia, lo scalo dove sarebbe salita a bordo Domnica, la ragazza moldava al centro della polemica nei giorni scorsi.
Il comandante è molto chiaro su questo punto: "Gli inchini li facciamo in tutto il mondo. Anche quando facciamo la penisola sorrentina, a Capri". E allora qualche ragione il Corriere del mezzogiorno la aveva, quando il 17 gennaio, denunciava il passaggio delle navi da crociera vicino - troppo vicino - ai faraglioni. Tutto pianificato dunque, tanto che, quando c'è un inchino in vista - racconta ancora Schettino - a bordo compaiono pure gli avvisi, perché nessuno si perda quel momento mozzafiato. E l'inchino del Giglio era già in ritardo. "Bisognava farlo la settimana prima", dice agli inquirenti. Ma il tempo non era buono. E allora il rinvio di sette giorni. Poi l'insistenza della compagnia navale: "Facciamo navigazione turistica, ci facciamo vedere, facciamo pubblicità e salutiamo l'isola". Questa volta Schettino non obietta. Una festa, un inchino. "Ad agosto per le feste patronali" l'acrobazia nautica non mancava mai. E la compagnia ne era ben contenta. Tanto da celebrare sul suo blog ufficiale uno di questi eventi, l'unico che finora abbia ammesso di avere autorizzato, l'inchino davanti a Procida. Anche se Schettino dice di averne fatti altri, non ricorda quanti. Neppure solo sulla Concordia. Anche sulla Costa Europa. E su altre navi.
Il comandante della Concordia non parla però solo di questo. Dedica una buona parte delle sue dichiarazioni alla notte del tragico incidente, al naufragio. Parla dei contatti tra la nave e la Costa e ricorda: "Ci siamo sentiti più volte", con Roberto Ferrarini, marine operator della compagnia, non ricorda quante.
Ma una cosa la ricorda molto bene. Ogni passo dal momento dell'incidente in poi fu concordato e approvato anche dalla Costa. Schettino non conferma la versione della storia secondo la quale avrebbe tentato di dissimulare la gravità della situazione. "Dissi a Ferrarini: chiamate la capitaneria di Livorno", quella stessa da cui sarebbe arrivata la telefonata di fuoco di De Falco. "Chiamate" per mandare i rimorchiatori, "per mandare gli elicotteri".
Dall'interrogatorio emerge anche un ultimo dettaglio di assoluta rilevanza, che riguarda la scatola nera della Concordia. "Prima di abbandonare la nave mi dissero di spegnere il bottone del Voice data recorder". Un'operazione necessaria per poter scaricare i dati di navigazione delle ultime dodici ore, per renderli poi consultabili. Ma c'è un problema: il sistema era rotto, da quindici giorni. Non un danno gravissimo. Nella parte più alta della nave c'è un secondo sistema di registrazione, il voyage data recorder, che contiene tutti i dati di navigazione. Ma le voci, le conversazioni avvenute in plancia, resta il dubbio che possano essere andate perdute.
Intanto continua il lavoro degli inquirenti e al centro delle ricerche c'è un computer, quel laptop che Schettino avrebbe avuto con sè poco dopo essere sceso dalla nave. Il laptop passò dalle mani di Schettino a quelle della donna, che è stata identificata, ma ancora non individuata. Data la rapidità con cui avvenne lo scambio, non si esclude che il pc contenga elementi rilevanti per l'indagine in corso.

Schettino visto su nave alle 23.45

Testimonianza di addetta clienti Costa

 Fonte: tgcom24

foto Tgcom24
18:18 - Katya Keyvanian, responsabile al servizio clienti della Costa Concordia, ha dichiarato di aver "visto passare il comandante sul Ponte 3 a prua alle 23.45" del venerdì 13 gennaio, quando la nave da crociera fece naufragio dopo aver urtato uno scoglio. Rispondendo alle domande sull'assenza del comandante dall'imbarcazione nei momenti successivi l'incidente, Keyvanian ha fornito l'orario preciso a conferma della presenza a bordo di Schettino.

venerdì 20 gennaio 2012

Parla il leader dei Forconi. "E' guerra, Sicilia indipendente"

 

Fonte: www.affaritaliani.libero.it

sicilia forconi 2
di Lorenzo Lamperti

"Siamo pronti a tutto, anche a usare la forza". La Sicilia è bloccata dalla protesta degli autotrasportatori e del Movimento dei Forconi. Per il quinto giorno porti e strade in tilt. Poca benzina, poco cibo. Il loro leader Martino Morsello spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it qual è la situazione: "Noi non ce ne andiamo. E' una ribellione spontanea, le famiglie arrivano per conto loro per darci una mano". Che cosa chiedono i manifestanti? "Non c'è solo il problema della benzina. Politici e funzionari corrotti stanno uccidendo la povera gente". Confindustria ha parlato di infiltrazioni mafiose nella protesta: "Ho cominciato uno sciopero della fame per quello che ha detto Lo Bello. Io sono stato vittima degli usurai. Se lui sa qualcosa faccia subito dei nomi".

Si può arrivare allo scontro fisico? "Siamo come i ribelli dei paesi arabi. Ci vuole una rivoluzione. O la si fa democraticamente oppure la si fa con una guerra. L'indipenza? Io sono per la Repubblica Siciliana, è stata una realtà storica. Quando c'erano i romani i siciliani stavano con i cartaginesi".
L'INTERVISTA
La Sicilia è bloccata. Ma chi sta protestando?
"La gente è tutta per strada, la cosa importante è che le famiglie arrivano spontaneamente, soprattutto le donne. Vogliono tutti quanti che questa classe politica che ci ha portato alla distruzione se ne vada a casa. Vogliamo un nuovo Risorgimento siciliano e cambiare le regole del gioco, perché queste regole sono a favore sempre e solo dei soliti che, sfruttando l'economia siciliana, assicurano alla Casta la perenne rielezione".
Il numero uno di Confindustria della Sicilia Ivan Lo Bello ha detto che nei blocchi stradali ci sono "infiltrazioni mafiose". E' vero?
"Sull'argomento ho cominciato uno sciopero della fame per porre l'attenzione delle istituzioni su queste dichiarazioni. Io sono stato vittima degli usurai, altro che mafioso. Io sono molto interessato a quello che dice Lo Bello, ma deve fare i nomi. E subito. Non è che possiamo aspettare 30 anni prima che si facciano i nomi. Che si guardino ai rapporti tra mafia e politica piuttosto..."
Quando è nato il Movimento dei Forconi?
"E' una iniziativa che affonda le sue radici in una protesta che va avanti da almeno dieci anni e che la classe politica ha sempre cercato di zittire. Sei mesi fa questa esperienza è confluita nel movimento dei Forconi."
Come riuscite a unire i vari protagonisti della protesta?
"Facendo le manifestazioni della città, attraverso il telefono e internet. Ma c'è gente che si muove autonomamente, non solo in Sicilia ma anche in Italia. Anzi, direi in tutta Europa e nel mondo. Siamo come il popolo che si è ribellato nei paesi arabi. Bisogna cambiare gli equilibri, è in atto una rivoluzione. O questo succede pacificamente, cosa in cui credo poco, oppure lo si fa con una guerra. Basta, ci siamo stufati di stare in balìa dei poteri finanziari di dieci illuminati che decidono la sorte della gente. In Sicilia ci sentiamo sfruttati da un apparato che si nutre delle risorse della regione senza lasciare niente ai cittadini".
Siete disposti ad arrivare una guerra per vedere riconosciute le vostre richieste?
"Non dipende da noi, dipende dalla gente che ci incita ad andare avanti per cambiare le cose. Prima di tutto cambiare la classe politica. Quando si lotta per un tozzo di pane o la rivoluzione la fa il popolo democraticamente, oppure sono chiamate anche le forze dell'ordine a intervenire anche con la forza".
Vi sentite ascoltati dal governo e dalle istituzioni?
"Ieri ci ha convocati Lombardo ma ha detto che la regione non può fare niente, che le cose devono farle a Roma. Noi ci possiamo pure andare a Roma, ma è tempo perso. Qui in Sicilia stanno solo prendendo tempo perché hanno paura di perdere il potere".
Quali sono le vostre richieste?
"Sono molto chiare. Siamo un'isola e abbiamo un sacco di spese, ma non possono ricadere su di noi dei costi di produzione così alti. Il costo della benzina è troppo alto, più alto in Sicilia che nel resto d'Italia. Perché? Ma per defiscalizzare la benzina dobbiamo togliere i soldi alla Casta e metterli a sostegno dell'economia. Invece sono sempre gli stessi che rimangono là e fanno un enorme spreco di denaro pubblico. I contributi europei, da 30 anni a questa parte, vanno tutti in fumo. C'è corruzione nell'intervento pubblico e tutte le aziende sono in condizioni fallimentari. Poi magari dopo 10 anni si scopre che i soldi sono finiti in tasca a un politico o a un mafioso. E i funzionari pubblici intanto si portano a casa 10mila euro al mese. La grande burocrazia ci sta uccidendo. Noi non accusiamo nessuno, questo è un problema storico. Però o si dà una svolta a questa situazione oppure prima o poi verranno usati i metodi forti".
Da anni la Padania chiede la scissione. La Sicilia potrebbe chiedere l'indipendenza?
"Lo spero, io sono per la Repubblica Siciliana. Storicamente siamo indipendenti, combattevamo contro i romani alleandoci con i cartaginesi. La nostra svolta democratica deve essere esportata in tutta Italia e in tutto il mondo".
Ma è vero che in Sicilia manca il cibo e potrebbe scoppiare una crisi alimentare?
"Assolutamente no. In Sicilia non siamo morti di fame. Siamo abituati a sopravvivere con i nostri prodotti e così i siciliani stanno facendo in questi giorni".
Fino a quando andrà avanti la protesta?
"Fino a quando ce ne sarà bisogna. Ogni ora mi arrivano tanti messaggi di madri di famiglia che ci spingono ad andare avanti. E poi siamo un movimento spontaneo. Finché la gente resta nelle strade si andrà avanti. Poi vedremo con quali forme".

Anche in Sardegna la protesta dei forconi: “Da martedì blocco totale delle strade”

Fonte: www.radiopress.it

Si estende alla Sardegna la protesta del Movimento dei forconi che ha già portato in piazza migliaia di agricoltori, commercianti e artigiani siciliani, in lotta contro la crisi. Da martedì al via il blocco totale delle strade: lo hanno annunciato stamane i rappresentanti del movimento commercianti e artigiani liberi, delle partite iva e il presidio anti-Equitalia. “La nostra è una rivolta verso le istituzioni incompetenti che non sono capaci di dare risposte”, ha detto il portavoce degli artigiani del Sulcis Andrea Impera.
I promotori annunciano il blocco della Carlo Felice ad oltranza. Sabato mattina, alle 9, al Molo Ichnusa ci sarà un’assemblea di tutti i movimenti che aderiscono per precisare tempi e modalità della protesta. E al Movimento dei forconi arriva anche il sostegno del Movimento pastori sardi: il leader Felice Floris annuncia nuove iniziative di protesta a breve termine, “richiamando in piazza tutte le forze sociali stanche di una classe politica autoreferenziata che non risolve alcunché e non riesce a capire i veri problemi del popolo dei pastori e, più in generale, dei sardi”, scrive Floris in una nota.

Megaupload è tornato sotto un nuovo url.

Megaupload è stato chiuso dall'FBI, ma Anonymous risponde: dopo aver attaccato siti governativi e di importanti industrie del settore, riapre Megaupload sotto nuovo URL.



fonte: Flavio di Volsi - http://tech.attualissimo.it

In seguito alla chiusura di Megaupload da parte dell’FBI della Virginia e all’arresto del fondatore Kim Schmitz, che rischia 50 anni di carcere, Anonymous ha annunciato subito guerra. L’organizzazione di hacker ha, infatti, attaccato il sito governativo americano del Dipartimento della Giustizia, l’Universal Records, la Record Industry Association of America ed altri vari siti di organizzazioni ed etichette discografiche.



A quanto pare, l’organizzazione si è data da fare per ripristinare un backup del network. Infatti, Anonymous ha fatto sapere dal proprio account Twitter che Megaupload è tornato sotto nuovo nome – Megaupload.bz – e che non è finita. Il messaggio del tweet è “✹BREAKING✹ – MEGAUPLOAD IS BACK, NEW #MEGAUPLOADSITE - http://megavideo.bz/ | #megaupload #opmegaupload“.Si preannuncia quindi una battaglia tra le forze dell’ordine e i pirati informatici che vogliono difendere la libertà del web, una delle poche realtà che si possono definire libere.

 

L'Fbi chiude Megaupload e Megavideo offensiva degli hacker contro il governo

NEW YORK - Pugno di ferro degli Stati Uniti contro la pirateria digitale: l'Fbi, in collaborazione con il Dipartimento della Giustizia americano, ha chiuso il sito Megaupload.com e Megavideo.com, ottenendo l'arresto del fondatore e di altre tre persone.

Megaupload è uno dei più noti e più imponenti archivi di film, musica e software, spesso pubblicati senza autorizzazione. Secondo l'accusa, l'attività di Megaupload è costata più di 500 milioni di dollari in mancati profitti ai legittimi detentori del copyright.

Il fondatore del sito, Kim Schmitz, e altri tre sono stati arrestati in Nuova Zelanda su richiesta delle autorità statunitensi. Altre due persone sono ricercate e numerose altre due risultano incriminate. L'atto di forza arriva a 24 ore dallo sciopero di internet 1 per protestare contro il Sopa, la legge antipirateria in discussione al Congresso che, secondo molte internet company tra cui Google e Wikipedia, metterebbe a repentaglio la libertà di espressione online.

L'offensiva dei pirati. La risposta degli hacker non si è fatta attendere: anunciando su Twitter l'operazione #OpMegaUpload, l'attacco di alcuni individui legati ad Anonymous ha reso irrangiungibili i siti del dipartimento di Giustizia statunitense, della casa discografica Universal, della Recording Industry Association of America (Riaa) e della Motion Picture Association of America (Mpaa).

Cos'è Megaupload? Tecnicamente il sito si presenta come un "cyberlocker", una sorta di magazzino tramite il quale gli utenti possono archiviare file troppo grandi da spedire via e-mail per condividerli in via riservata con altre persone. Un uso del tutto legittimo nel quale si innesta una zona grigia di illegalità, poiché molti caricano file protetti da copyright e poi diffondono il link per scaricarli su forum e blog, mettendo di fatto in piedi un giro di contenuti pirata. Megaupload guadagna vendendo pubblicità sulle sue pagine e facendosi pagare da gli utenti che vogliano scaricare più di un certo numero di file a velocità più elevata.

In un comunicato pubblicato poco prima della chiusura, Megaupload bollava come ridicole le accuse di violazione del copyright, affermando che "la stragrande maggioranza del traffico generato dal sito è legale. Siamo qui per restare", garantiva Megaupload, aprendo al dialogo con l'industria dell'entertainment che, scrivevano gli autori del messaggio, "vuole avvantaggiarsi della nostra popolarità".

Di tutt'altro avviso il Dipartimento di Giustizia, secondo il quale Megaupload "ha riprodotto e distribuito illegalmente su larga scala copie illegali di materiale protetto da copyright, tra cui film - anche prima dell'arrivo in sala - musica, programmi televisivi, libri elettronici e software. Le accuse nei confronti degli indagati sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, al riciclaggio e alla violazione del diritto d'autore. Rischiano oltre 50 anni di prigione ciascuno.

giovedì 19 gennaio 2012

Sensazionale scoperta in Antartide: Team di scienziati scopre una “porta” spazio-temporale

fonte: Robero MATTEI 2duerighe.com

L'Antartide non finirà mai di stupire e regalare nuove sorprese. Il continente più gelido, remoto e inospitale della Terra, con temperature che toccano anche i -80 gradi centigradi, potrebbe nascondere un vero e proprio museo archeologico, sotto la spessa coltre di ghiaccio che avvolge il 95 per cento del suo territorio e che raggiunge una profondità media di oltre 2000 metri. Qui, 4 mila scienziati, di 46 paesi del mondo, conducono da oltre cinquant'anni le ricerche più impensabili e l sempre in questo luogo avvengono strani e incredibili fenomeni scientifici, alcuni dei quali ancora inspiegabili.
E' ciò che è accaduto a un team di scienziati britannici e statunitensi lo scorso mese di maggio.

Gli studiosi stavano lavorando  a un comune progetto di climatologia quando hanno assistito a un evento da film di fantascienza: un insolito vortice, stazionava in quota senza mai muoversi di un solo centimetro, nonostante le elevate raffiche di vento spostassero le nuvole tutt’intorno. All'inizio si era pensato a una tempesta polare ma, la staticità del mulinello e l'inconsueta nebbia che lo avvolgeva, hanno spinto i ricercatori a indagare sul fenomeno. Gli uomini hanno approntato un pallone meteo legato a un argano, completo di  una radio sonda per il rilievo delle proprietà fisiche (temperatura, umidità relativa, pressione e velocità del vento) e un cronometro scientifico per la registrazione dei tempi di lettura. L'oggetto è stato poi  rilasciato e fatto risucchiare all'interno del vortice per il tempo strettamente necessario alle misurazioni.
Dopo alcuni minuti un risultato inquietante: il cronometro segnava la data del 27 gennaio 1965 e tutti i dati calcolati indicavano valori incompatibili con le normali caratteristiche di una tromba d'aria. L'esperimento è stato ripetuto più volte e sempre con gli stessi risultati. Uno degli scienziati che ha partecipato ai vari test, lo statunitense Mariann McLein non solo conferma l'accaduto ma evidenzia anche che l'intero episodio è stato segnalato ai servizi segreti militari e alla Casa Bianca. Da prime indiscrezioni pare che si tratti di una “porta” spazio-temporale, cioè uno “tunnel” che permette non solo uno spostamento geometrico attraverso lo spazio ma anche un cambiamento temporale. Una sorta di viaggio attraverso il tempo (avanti e indietro) e lo spazio.
A qualcuno potrà sembrare  paradossale ma quanto è avvenuto in Antartide potrebbe trovare una spiegazione razionale nella teoria del “Ponte di Einstein-Rosen”. All'inizio del secolo scorso, i due scienziati congetturarono una “galleria gravitazionale” o wormhole, cioè una “scorciatoia” da un punto dell'universo a un altro che consentirebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale. Come vedete non sono concetti da rubrica di misteri ma vere e proprie nozioni di fisica che ciascuno di noi può approfondire anche attraverso il web. Questo fatto sensazionale arriva in coincidenza di un'altra strabiliante scoperta fatta dai satelliti americani e diffusa dalla rivista Daily Galaxy: la presenza di una struttura antichissima sotto il suolo antartico.
La scoperta ha alimentato la curiosità di ufologi e sostenitori delle teorie del complotto, secondo i quali i militari americani stiano nascondendo il rinvenimento di un UFO o una grande apparecchiatura tecnologicamente avanzata mai vista prima. Ad avvalorare questa ipotesi il fatto che gli scavi siano iniziati in segreto e con una certa celerità. Qualunque cosa sia si tratterebbe di un oggetto vecchio di 12 mila anni! Al momento le autorità statunitensi negano qualsiasi scoperta archeologica a quelle latitudini ma, come esposto da un funzionario del Parlamento Europeo, la scoperta è di una tale portata che tutta la comunità scientifica continua a chiedersi cosa mai stia venendo alla luce in quell'area. Che esista qualche analogia tra la scoperta fatta dai satelliti e il misterioso “mulinello” spazio-temporale?
Noi ovviamente non lo sappiamo ne possiamo confermare la veridicità di tutti questi fatti ma, con le informazioni contenute in questo articolo, speriamo di avervi potuto dare tutti i riferimenti necessari per indagare ulteriormente sul caso.